Prefazione di Filippo Briguglio
La disamina del rapporto tra la medicina degli anni ’50 e quella del 2000 è prologo necessario al presente saggio nel quale gli autori, due docenti universitari, due studiosi e, soprattutto, due medici, facendo leva sulla loro esperienza umana e professionale, nel cinquantesimo anniversario dall’inizio della loro attività medica tracciano un sintetico quadro d’insieme tra memoria storica e nuove prospettive della medicina del ventunesimo secolo. Habitat naturale della loro ricostruzione la città dello Stretto, ricca di storia e di risorse, spesso nascoste, costituite da panorami di una bellezza che non teme confronti nel mondo, ma anche da una popolazione capace di risorgere da qualunque rovina e ricostituirsi più salda di prima.
Non si tratta di un amarcord, né della semplice rievocazione delle scoperte medico-scientifiche avvenute a Messina. È un trait d’union tra le due parti: la prima è dedicata a Messina; la seconda a quanti, in questa città, hanno fatto della medicina una ragione di vita.
Perché sono stati tanti gli illustri figli messinesi, sia nativi sia di adozione, che hanno dato molto alla scienza medica, ciascuno per la disciplina di appartenenza. Il contributo scientifico ed umano apportato dai grandi luminari che si sono succeduti a partire dal diciassettesimo secolo sino ai nostri giorni, citati con buona ragione nelle pagine del testo, è infatti ampiamente documentato.
Il percorso tracciato per il lettore si svolge lungo un filo conduttore preciso, ben delineato dagli autori per i quali “l’essere trabocca immediatamente al di là dell’avere direttamente parte nella considerazione razionale ed esplicita “.
Ecco allora perché è innegabile che la medicina non può e non deve essere ispirata esclusivamente dalla ratio del rigorismo scientifico, ma anche supportata da
un’imprescindibile coinvolgimento dell’aspetto umano. E non solo.
Grande valenza assume la bellezza del territorio e l’equilibrio dell’ambiente, che si riflettono nel sereno incedere intellettuale degli autori, che dedicano infatti particolare cura alla descrizione dei luoghi, ai quali, in questo modo, riconoscono un ruolo non secondario nello sviluppo delle loro teorie e dei loro peculiari processi cognitivi.
Filippo Briguglio
Edizioni Associazione Culturale “Parentesi”
Anno XIII N.4 Giugno- Luglio 2002
L’omggio ai maestri della medicina da La Rosa e Nigro.
Per riscrivere la storia della città. Attraverso i suoi uomini più illustri
Da Amanteo a Carmona i personaggi che hanno contribuito a formare una scuola fisiologica. Che ha dato lustro nel mondo
Che la conoscenza delle problematiche relativo alla scienza medica sia un fatto che riguarda solo gli addetti ai lavori è smentito efficacemente da questa nuova pubblicazione dell‘Editrice Parentesi “La medicina a Messina Ira memorie e prospettive” (€ 10,33) che proprio due medici, Giuseppe La Rosa ed Aldo Nigro, hanno voluto scrivere sia pure restringendo, almeno apparentemente, il campo alla città che li ha visti operare per alcuni decenni. In realtà, se pure è evidente il loro desiderio di rendere omaggio di memoria ad alcuni Maestri (Amantea, Martino, Aragona, che formarono nella città dello Stretto una Vera e propria scuola fisiologica e tanti altri, da Carmelo Ciaccio a Filippo Battaglia, da Luigi Carmona a Giuseppe Motta, da Ettore Castronovo a Salvatore Barbari, da Letterio Cannavò ad Enrico Trimarchi, da Gaetano Vinci a Domenico Pisani. Modesto Caruselli e Nicola De Pasquale), le riflessioni degli autori non hanno un interesse solo locale.
Lo si potrebbe pensare nelle pagine che descrivono Messina come città azzurra “nella dimensione cromatica” del suo mare, accogliente nella stessa immagine falcata del suo porto, rifugio e protezione da venti e correnti, “città ospitale e quindi medica” per eccellenza non solo del corpo, ma anche dell’equilibrio psico-fisico e della ragione, come scrive nella presentazione Antonino Ferrara. Ma naturalmente quell’insieme informazionale completo denominato “comunicazione cromatica”, che gli autori reputano così importante, come tutto l’habitat, all’equilibrio psicofisico, non riguarda certo solo Messina; né si deve ad un gusto puramente campanilistico l’attenzione riservata al confronto tra la medicina degli anni Cinquanta e quella del 2000 nella città peloritana, perché tutte le osservazioni riportate si possono trasferire di peso sul piano nazionale. Un libro certamente utile, dunque, da leggere anche da chi medico non è per scoprire aspetti ignoti o malconosciuti, come le scoperte medico-scientifiche a Messina, e per cogliere qualche possibile anticipazione sul futuro della medicina. La pubblicazione denota la continuità dell’impegno culturale di Filippo Briguglio (che ne cura la prefazione)
di Felice Irrera
Centonove -25 OTTOBRE 2002